Come funziona il modulo autocertificazione successione eredi

Primo piano - 23 Ago 2019

Sei erede di una persona e per svolgere una pratica amministrativa, presso un ufficio pubblico, ti è stato chiesto di attestare questa tua qualità con un’apposita dichiarazione? Per poter svincolare le somme detenute da quel tuo parente defunto, in banca (o all’ufficio postale) ti è stato chiesto di presentare una dichiarazione sostitutiva sugli eredi? Devi sapere che la legge richiede, in determinati casi, che l’erede dichiari, formalmente, di essere tale; indicando anche chi sono gli eventuali coeredi. Ma come si fa questa dichiarazione? E’ obbligatoria o ci sono delle eccezioni?

Proviamo a capirci qualcosa, presentando anche un modello generico di dichiarazione (modulo autocertificazione successione eredi) utilizzabile in diversi casi, a seconda del tipo di organo o di ente che la richiede. Bada bene a non confondere la predetta dichiarazione con l’atto notorio (o di notorietà) per successione eredi oppure con la dichiarazione di successione da presentare all’Agenzia delle Entrate, che sono ben altra cosa. Facciamo chiarezza.

Autocertificazione successione eredi: che cos’è

L’autocertificazione successione eredi è una dichiarazione resa per iscritto e firmata dall’interessato, con la quale egli indica chi sono gli eredi di una determinata persona. Essa rientra nella categoria delle dichiarazioni sostitutive di atto notorio (o di notorietà), ossia di quelle attestazioni che si possono presentare agli organi della Pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi (e ai privati che vi consentono) in luogo dell’atto notorio.

Pertanto, l’autocertificazione successione eredi sostituisce l’atto notorio. Ma che cos’è un atto notorio? L’atto notorio è un atto pubblico ovvero un documento redatto da un pubblico ufficiale (cancelliere del tribunale) o da un notaio, con il quale si certificano stati, fatti e qualità personali di cui si ha diretta conoscenza, sotto giuramento ed in presenza di almeno due testimoni. Per la formazione di questo atto, quindi, è prevista l’osservanza di specifiche formalità, che attribuiscono al documento medesimo valore di prova legale.

Ebbene, la dichiarazione sostitutiva di atto notorio serve proprio a far sì che il cittadino possa presentare direttamente – agli uffici, agli organi o agli enti che ne facciano richiesta – un’autocertificazione, anziché l’atto notorio; il tutto con notevole risparmio di tempo e di denaro, perché non devono intervenire né il cancelliere né il notaio. Ti sembrerà strano, ma è così; questa volta la legge tiene conto delle esigenze del cittadino, agevolandolo nello svolgimento di quelle attività che, specie se si ha a che fare con la Pubblica amministrazione, rischiano di farlo perdere nel variegato mondo dei cavilli burocratici.

Per lo svolgimento di una pratica amministrativa presso il Comune della città di Alfa è necessario che Tizio comunichi, all’ufficio competente, il decesso di sua moglie Caia, indicando chi sono i suoi eredi. Tizio, invece di recarsi dal cancelliere (o dal notaio) per farsi rilasciare l’atto notorio (sostenendone i relativi costi), può presentare, all’ufficio addetto, la dichiarazione sostitutiva di atto notorio per successione eredi. Lo stesso Comune della città di Alfa, essendo un ente pubblico, avrà a disposizione dei moduli già predisposti, da compilare per fare la dichiarazione.

Tieni presente che per legge, gli organi della Pubblica Amministrazione e i privati gestori di pubblici servizi hanno l’obbligo di accettare le dichiarazioni sostitutive di atto di notorio (quindi anche quella per successione eredi) presentate dai cittadini; pena la violazione dei doveri d’ufficio per i responsabili. Gli stessi organi e gestori hanno anche l’obbligo di predisporre i moduli occorrenti per la redazione delle dichiarazioni medesime, di cui può servirsi il cittadino.

Il cittadino ha la facoltà e non l’obbligo di servirsi dei predetti moduli; per cui potresti anche scrivere tu stesso la dichiarazione, per poi consegnarla all’ufficio competente. Normalmente (per accelerare i tempi e per non rischiare di commettere errori di redazione) ci si serve dei modelli già predisposti dalle singole amministrazioni o di quelli che si possono reperire sul web (come quello che ti proponiamo alla fine di questo articolo). I privati – a differenza degli organi della Pubblica Amministrazione e dei privati che gestiscono pubblici servizi – non sono obbligati ad accettare la dichiarazione sostitutiva di atto notorio (quindi anche quella per successione eredi), con la conseguenza che se ti viene richiesto l’atto notorio sei

A seguito del decesso di suo padre e per lo svolgimento di una pratica, Sempronio ha consegnato, all’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps), organo della Pubblica Amministrazione, una dichiarazione sostitutiva di atto notorio per successione eredi. Successivamente, Sempronio – volendo avere informazioni sulle cospicue somme di denaro (titoli e conto corrente) che il padre deteneva presso la banca Gamma – decide di presentare la dichiarazione sostitutiva anche a questa banca (ente privato). La banca Gamma gli chiede, però, di consegnare l’atto notorio e Sempronio è obbligato a farlo, se vuole avere le informazioni di cui ha bisogno e, soprattutto, se vuole che la banca sblocchi le somme ivi detenute da suo padre.

L’autocertificazione successione eredi (come tutte le dichiarazioni sostitutive di atto notorio), deve essere redatta per iscritto e firmata dall’interessato. Non è necessario che venga scritta di proprio pugno, l’importante è che sia sottoscritta in presenza del dipendente dell’ufficio addetto. La dichiarazione può anche essere firmata e trasmessa, a mezzo del servizio postale, insieme alla fotocopia del documento d’identità del dichiarante; ciò può avvenire, altresì, a mezzo fax o per via telematica (si possono usare la firma digitale, il sistema pubblico di identità digitale (Spid), la carta d’identità elettronica e così via).

Nota bene: se l’autocertificazione è presentata ai privati (oppure agli organi della Pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi al fine di riscuotere benefici economici) la firma deve essere autenticata da un notaio, da un cancelliere, dal segretario comunale, dall’addetto a ricevere l’atto o da un altro dipendente autorizzato dal sindaco, a seconda dei casi. Ed infatti, in queste circostanze, è necessario che i predetti soggetti attestino che la dichiarazione è stata firmata in loro presenza, dopo aver accertato l’identità del dichiarante.

Considera anche che con qualsiasi tipo di dichiarazione sostitutiva che presenti ti assumi la piena responsabilità di ciò che attesti. Normalmente, si eseguono dei controlli a campione per verificare che quanto dichiarato corrisponda a verità; pena l’applicazione delle norme penali in materia di uso e formazione di atti falsi e di dichiarazioni mendaci.

Autocertificazione successione eredi: quando si può fare

L’autocertificazione successione eredi si può fare (come tutte le dichiarazioni sostitutive di atto notorio) quando la legge non richiede, espressamente, che si presenti l’atto notorio. La dichiarazione che sostituisce l’atto notorio contiene informazioni – fatti, qualità personali e stati – di cui l’interessato ha conoscenza diretta e possono anche non riguardare la sua persona.

Si tratta, in ogni caso, di semplici dichiarazioni di conoscenza, che non hanno valore di prova legale; pertanto, laddove la semplice dichiarazione sostitutiva di atto notorio non sia ritenuta sufficiente a comprovare le informazioni a cui si riferisce, bisogna ricorrere all’atto notorio. Per capire riprendiamo l’esempio che sopra abbiamo fatto sull’eredità del padre di Sempronio.

Sempronio si è recato presso la banca Gamma per avere informazioni sui titoli e sul conto corrente ivi detenuti da suo padre deceduto. La banca Gamma (essendo un privato) non ha acconsentito al rilascio di una semplice autocertificazione per successione eredi, pretendendo l’atto notorio (richiesta perfettamente legittima). Ma perché la banca Gamma ha chiesto a Sempronio la consegna dell’atto notorio? Per avere una maggiore garanzia (prova legale) di chi sono gli eredi; garanzia necessaria in quanto le somme ereditate erano di notevole entità. Generalmente, se si tratta di piccole somme le banche si accontentano anche dell’autocertificazione, ma nulla vieta che esse possano pretendere, anche in questi casi, l’atto notorio.

Attento a non confondere l’autocertificazione sugli eredi di cui stiamo parlando con la dichiarazione sostitutiva di certificazione, che è tutt’altra cosa. E, invero, a differenza delle dichiarazioni sostitutive di atto notorio, quelle di certificazione vanno a sostituire il certificato e non è necessario che siano sottoscritte in presenza del personale addetto o che la firma si autenticata. Esse hanno ad oggetto informazioni certe, perché presenti in pubblici registri, elenchi, albi e così via, tra le quali non sono previste quelle inerenti alla successione ereditaria.

Dette informazioni riguardano, ad esempio: la residenza; la cittadinanza; lo stato di famiglia; il titolo di studio; la qualità di pensionato, di studente o lo stato di disoccupazione; l’appartenenza ad ordini professionali, lo stato di celibe, di coniugato, di libero o di vedovo etc.; circostanze tutte espressamente indicate dalla legge.

Tizia deve attestare di essere in possesso di un determinato titolo di studio per partecipare ad un concorso pubblico. Può farlo semplicemente con un’autocertificazione, senza doversi recare presso la segretaria dell’università o dell’istituto che ha frequentato per farsi rilasciare il relativo certificato.

Attento anche a non confondere la dichiarazione sostitutiva per successione eredi con la dichiarazione di successione, che deve essere presentata all’Agenzia delle Entrate. Essa consiste nel comunicare all’Agenzia delle Entrate, entro un anno dalla morte di una persona, di essere subentrati nel suo patrimonio ed è un obbligo di natura fiscale.

L’autocertificazione per successione eredi si può presentare a prescindere dal numero degli eredi, pertanto, si può fare anche se l’erede è uno solo. Questa si può presentare, altresì, sia in caso di successione testamentaria (il defunto ha lasciato testamento) sia in caso di successione legittima (il defunto non ha lasciato testamento); cambia solamente la formula da utilizzare. In particolare, se esiste un testamento, esso deve essere richiamato nella dichiarazione, specificando chi sono gli eredi testamentari nonché chi sono gli eventuali altri eredi non citati nel testamento e che per legge hanno diritto ad una quota ereditaria.

Se, invece, non esiste un testamento, semplicemente si afferma che il defunto non ha lasciato testamento, indicando chi sono i suoi eredi legittimi.

Conclusione

L’autocertificazione per successione eredi può essere sempre presentata, salvo che la legge richieda – espressamente – l’atto notorio. Se la legge non prevede l’atto notorio:
– per gli organi della Pubblica Amministrazione e i privati gestori di servizi pubblici esiste l’obbligo di accettare l’autocertificazione (se gli addetti agli uffici rifiutano l’autocertificazione incorrono nella violazione dei doveri d’ufficio);
– per i privati, invece, non esiste alcun obbligo di accettare l’autocertificazione e, pertanto, possono legittimamente chiederti la consegna dell’atto notorio.

Fonte: Laleggepertutti.it